Il diario di un grossetano e della sua Grande Guerra finalista al Premio Pieve Saverio Tutino
Mazziniano, europeista, antimonarchico e antisocialista, Eugenio Brilli nasce nel 1892 a Batignano (Grosseto), un’Italia ancora fresca di unificazione che precipita verso la prima Guerra mondiale. Il diario, custodito per decenni è stato trascritto a macchina negli anni Sessanta dal fratello di Eugenio, Bruno Brilli, unico di tre fratelli che riuscirà a tornare dal fronte: Eugenio, infatti, il primogenito e autore delle memorie selezionate dalla commissione del Premio Pieve Saverio Tutino, muore nell’ottobre del ’15, così come vittima del conflitto sarà anche il fratello Giulio.
Sono stati quindi gli eredi di Eugenio, che avevano conosciuto e apprezzato il lavoro di recupero della memoria storica condotto dalla Fondazione archivio diaristico nazionale, che conserva oltre 10mila diari e protegge un patrimonio ricchissimo di conoscenza e memoria, a decidere di donare gli scritti all’archivio. Memorie che raccontano, in un periodo di un anno circa, i mesi immediatamente precedenti allo scoppio del conflitto, che vedono Eugenio imprigionato in Puglia per aver denunciato, sotto pseudonimo, sulle pagine de “La voce repubblicana”, i soprusi subiti da un commilitone morto suicida durante il servizio militare, per arrivare alla durezza della guerra, alla crudeltà del sacrificio richiesto a tanti giovani nel conflitto di trincea. Pagine che testimoniano anche l’affetto per la famiglia, il bisogno e la difficoltà di scambiare notizie con i suoi cari e che si concludono con un terribile presagio di morte, il giorno prima dello scoppio della granata che gli costerà la vita. Nel mezzo anche riflessioni sul momento storico: tra queste, un ricordo accorato di Filippo Corridoni, sindacalista milanese, ucciso in guerra nell’ottobre del ’15, poco distante dal luogo dove si trovava Brilli: “La sua morte è un lutto per la democrazia e la classe operaia”, si legge nel diario.
Gli scritti di Eugenio furono consegnati alla famiglia insieme agli effetti personali del giovane e nelle pagine scritte custodite dai suoi familiari vi è una testimonianza preziosa degli ideali in cui credeva una generazione che è stata distrutta dal conflitto.
“Cercatori di pace” è il tema del Premio Pieve Saverio Tutino, che prende spunto da un pezzo tratto da un editoriale del giornalista pubblicato sull’ottavo numero della rivista “Primapersona. Percorsi autobiografici”, edita dall’Archivio dei diari nel giugno del 2002. Un articolo che usciva all’indomani dell’attentato terroristico alle Torri Gemelle di New York e che proponeva una riflessione ancora, a venti anni di distanza, straordinariamente attuale, adesso che la guerra è tornata in Europa.
Domenica 18 settembre alle 16, a Campo alla Fiera a Pieve Santo Stefano, si terrà la proclamazione del vincitore: in palio un premio in denaro e la pubblicazione del racconto autobiografico con l’editore “Terre di mezzo”.