“Terra amara” un inno alla libertà che unisce la Turchia alla Toscana

“Terra amara” un inno alla libertà che unisce la Turchia alla Toscana

Si chiama “Terra amara” ed è il brano scritto dagli Scaramouche con Francesco Moneti (Modena City Ramblers) e Andrea Gozzi, musicista follonichese e docente all’Università di Firenze, per raccontare e denunciare la vicenda della band turca Grup Yorum. Un inno alla libertà e una dichiarazione contro tutte le forme di tirannia, che sarà presentato, per la prima volta, mercoledì 23 dicembre, alle 21, sulla pagina Facebook del gruppo folk: https://www.facebook.com/scaramoucheband.

Moneti e Gozzi – © F. Linicchi

“Il 2020 è stato un anno decisamente da dimenticare – dichiarano gli artisti –. Molti sono i musicisti che sono venuti a mancare e alcune morti ‘eccellenti’ hanno fatto ombra ad altre, in cui la situazione di emergenza sanitaria legata al Coronavirus ha sommerso storie ed eventi che in altre circostanze avremmo considerato, come la vicenda del gruppo musicale turco Grup Yorum”. Due membri della band, infatti, la cantante Helin Bölek (28 anni) e il bassista Ibrahim Gökçek (40 anni), sono morti per sciopero della fame. La protesta, estrema, era contro il governo turco di Recep Erdoğan che, dal 2016, aveva proibito loro di esibirsi dal vivo. La loro colpa essere stati tacciati come terroristi. “Nel giugno 2020 – continuano i promotori – la comunità internazionale si era interessata alla sorte dei Grup Yorum e sembrava che il gruppo avrebbe potuto tornare a suonare in un grande concerto, fissato per il 9 agosto 2020 a Istanbul che, però, di nuovo è stato vietato dal Governo.

Da questa tragica vicenda, avvenuta in un momento difficile per la comunità internazionale e per questo forse passata un po’ sotto silenzio, nasce l’idea di rendere nota, attraverso la musica, la loro storia. “Nel lockdown primaverile – racconta Andrea Gozzi – la storia dei Grup Yorum mi colpì molto. E da musicista l’unica cosa che potevo fare per ricordare Helin e Ibrahim era coinvolgere altri amici musicisti e scrivere per loro un brano”. È questa la genesi di “Terra amara”, un brano che nasce dall’unione del folk degli Scaramouche con Francesco Moneti, violinista e chitarrista dei Modena City Ramblers e della Casa del Vento e, appunto, con Andrea Gozzi.

“Terra amara” è la versione riarrangiata e con un testo italiano di “Sevda Türküsü”, brano dei Grup Yorum. Per poter lavorare alla creazione durante il nuovo lockdown autunnale i musicisti hanno sperimentato anche un nuovo modo di collaborare inviandosi file audio registrati in maniera casalinga.

Scaramouche – © Francesca Ambrosi

Un modo per sentirsi vicini ai Grup Yorum e per ribadire, attraverso la forza della musica, i valori della libertà – soprattutto di espressione – la negazione di ogni forma di coercizione, la dignità e il valore della vita umana e la passione di chi, per difendere i propri ideali, la mette a rischio. E quale mezzo più adatto del web per presentare un progetto che proprio attraverso la rete e le nuovo tecnologie ha potuto svilupparsi?

“In questo momento ancora così difficile in cui le esibizioni dal vivo non sono possibili e in cui ci avviciniamo a delle festività molto diverse da come siamo abituati – aggiungono gli artisti – ci è sembrato importante presentare questo brano, donarlo agli altri, e abbiamo scelto di farlo tramite uno dei social più utilizzati”.

Hanno partecipato al progetto: Pino Fidanza e Riccardo Brizzi (percussioni), Carlo Sciannameo (basso), Salvatore Sese (chitarra elettrica), Michele Mingrone (chitarra elettrica), Andrea Gozzi (chitarra acustica e produzione), Francesco Moneti (violino), Michele Lombardi (voce e chitarra acustica).