“The Clash 1977” racconta Joe Strummer e un po’ di noi

“The Clash 1977” racconta Joe Strummer e un po’ di noi

Una lettera di amore lunga un centinaio di pagine o la storia di “quel” momento che può arrivare in una vita e cambiarne il corso? Se dovessi in una frase descrivere “The clash 1977 R.I. Punk Joe Strummer” di Alessandro Angeli (Ortica Editrice), non saprei scegliere facilmente tra queste due chiavi di lettura. Sì, perché senza dubbio se astraiamo la voce narrante dal mito di Joe Strummer, quello che troviamo è un animo che si apre, che si analizza senza giudizi di valore, mentre racconta di sé. Ascoltando quella voce si toccano – soprattutto nella parte finale del romanzo – le corde più intime di uno degli amori più complessi della vita: quello per un fratello.

Ma allo stesso tempo Angeli ci accompagna in una soggettiva, in alcuni momenti cinematografica, che ci fa assistere alla storia di un uomo che incontra il proprio destino: che riesce a canalizzare la sua irrequietezza, il dolore, l’inadeguatezza in un processo creativo che diventa, per certi aspetti, l’inno e la voce di una generazione.

Siamo a Londra, nel Regno Unito, in uno dei paesi più conservatori della vecchia Europa. Siamo negli anni Settanta, nel periodo in cui inizia a prendere forma un malessere che diventa quello di una intera generazione.

Strummer e i The Clash mettono in musica la rabbia e il desiderio, raccontando, semplicemente, la loro vita: fatta di lavori saltuari, case occupate, vite non strutturate ma non per questo superficiali. Lo fanno cogliendo gli aspetti più innovativi del panorama musicale del momento, con un punk rock ancora oggi di incredibile attualità. Questa parte della Storia – che sarebbe riduttivo inserire solo negli annuali della musica – è però sullo sfondo di un’altra narrazione che mette al centro emozioni e sentimenti. Il coraggio, per esempio, di un’esistenza precaria che cerca però il suo scopo nel mondo; la rabbia di non trovare le proprie parole per descriversi e, così, conoscersi; l’amore fortissimo, che va oltre le differenze e il dolore, per mantenere un legame che resiste alla vita terrena.

Angeli sa raccontare con la stessa leggerezza, che non è mai superficiale, momenti tragici a situazioni ironiche, fatti veri ed episodi verosimili. Ma ancora meglio sa far parlare i suoi personaggi di emozioni, che trovano sempre un varco per arrivare al lettore. Che sul finire di questa lettura farà fatica a non sentirsi Joe o Dave, rispettivamente mittente e destinatario di queste parole.

In questo momento storico, sospeso e irrequieto, la lettura di questo breve libro può essere un balsamo o uno spunto per riflettere. Utile soprattutto per chi è sempre pronto a sognare una rivoluzione.



Clelia Pettini dal Tirreno, edizione di Grosseto del 28 novembre 2020