Speriamo che “Almarina” sia uno “Strega”
Quando ho preso questo libro sono rimasta colpita e sorpresa da un aggettivo: “…raccontata da una voce (…) politica”, dice chi ha scritto la quarta di copertina. Mi sono chiesta, con un po’ di supponenza, se bastasse parlare di carcere per avere una “voce politica” e poi mi sono lasciata andare al racconto, pensando che tanto, a me, delle quarte di copertina importa sempre molto poco. E parola dopo parola, però, ho sentito quella voce politica: che parla di sentimenti, anche dei più insondabili, e lo fa per dialogare con il lettore. Per pungolare una riflessione, far ammorbidire gli spigoli, dare voce a storie più comuni di quello che si pensi, perse nelle pieghe delle nostre città. Dai tempi di “Mosca più Balena” mi incanto nella prosa della Parrella che riesce a dare corpo anche alle emozioni più ineffabili e fartele sentire nella pancia come se fossero le tue, interiorizzarle per portartele poi in superficie sul piano della riflessione. Per questo, anche se ho amato “Il colibrì” di Veronesi, per il prossimo premio Strega tifo per “Almarina” come ulteriore riscatto per la giovane, luccicante, protagonista di questo romanzo, tanto immaginaria e fiabesca, quanto presente in centinaia di ragazzine che ogni giorno lottano per avere una vita.