“Ho imparato”, ripartire dai giovani per l’Italia
Un’analisi lucida e dalle semplici argomentazioni che dà importanti spunti per la direzione da seguire e cambiare la strada presa dall’Italia. È Ho imparato, l’ultimo libro di Enrico Letta, edito dal Mulino.
Un volume che «… non è (solo) un libro» come dice l’autore nell’introduzione del testo: un saggio (forse), ma anche un instabook, libro che si racconta su Instagram. Un prodotto crossmediale per usare un termine tecnico, pensato per avvicinare una fascia di lettori che nel libro tradizionale probabilmente non si riconoscono. «Questa scelta non significa uno scarso amore per i libri – ha spiegato Enrico Letta anche nel corso di una delle presentazioni del volume – ma l’esatto contrario: ho voluto provare a raccontare il libro attraverso dei brevi video in luoghi simbolici – sono 20 quelli al momento presenti alla data odierna sul profilo dell’ex premier – e delle dirette Instagram, attraverso risposte alla domande dei lettori». Perché Instagram, sottolinea Letta è il social più usato dai ragazzi, che sono fuori ormai da Facebook e che spesso non hanno mai usato Twitter, ma si nutrono di video e immagini e, attraverso queste, possono servire a temi che li riguardano direttamente.
Si, perché Ho imparato è prima di tutto un libro che ha i giovani come oggetto (e il loro futuro) e come destinatari (la nuova classe dirigente). Lo ricorda anche il sottotitolo scelto In viaggio con i giovani sognando un’Italiana mondiale.
E in effetti il Paese che si immagina Letta e che vorrebbe consegnare alle nuove generazioni è un Paese che guarda al mondo con competenza e capacità. Che in un’Europa accogliente e in movimento trova le sue radici, ma che sa proiettarsi verso mercati stranieri. Che ha a cuore il futuro dell’ambiente e agisce per fermare la deriva disastrosa che le grandi potenze mondiali hanno preso. Che fa della formazione un punto cardine: non tanto e non solo come trasferimento di informazioni, ma soprattutto come possibilità di trasmettere nuove capacità per leggere la complessità del mondo.
Si parla di sogni, nel libro di Enrico Letta, e di coraggio. Di diversità come valore e di sostenibilità di azioni e scelte. E si parla anche di politica, ovviamente, dando gli strumenti per poter analizzare la politica di oggi: personalizzata, “selfizzata”, che parla alla pancia degli elettori proponendo, spesso, modalità di azioni che sono evidentemente controproducenti sul lungo periodo. Anche la democrazia è un altro grande tema toccato da Letta nei suoi dodici capitoli e oltre a ricordarci quali sono le basi del sistema rappresentativo esprime anche proposte concrete per dare nuovo vigore al Parlamento e svecchiare meccanismi forse ormai arrugginiti.
«Uno dei commenti più belli ricevuti – ha detto Letta – è stato quello di un amico che mi ha raccontato come il figlio, adolescente, abbia riconosciuto la copertina di ‘Ho imparato’ sul comodino del padre e gli abbia chiesto se era il libro di quel tipo che segue su Instagram. Ecco questa è proprio la strada che vorrei percorrere: dialogare con i giovani, sui loro mezzi, e confrontarmi su terreni più affini alla nostra generazione, con i genitori».