Lorella, stanca di chi dice «Solo un minuto»
«Solo un minuto» è la risposta che centinaia di volte si sentono dare le forze dell’ordine quando contestano un divieto di sosta o un parcheggio non proprio regolare. La stessa che tante persone disabili ricevono quando devono spostarsi, uscire da un’auto, entrare in un luogo pubblico, ma questo è impossibile per scelte e comportamenti di altri.
#SOLOUNMINUTO, da qualche mese, è anche una campagna social partita da Grosseto, profondo sud della Toscana, e adottata ormai in tutto lo stivale per far capire a chi, per sua fortuna, riesce a scavalcare ostacoli cosa significa dover adeguare le proprie scelte di mobilità alle esigenze degli altri. Lanciata da Lorella Ronconi, 55 anni, grossetana, da sempre impegnata per la difesa dei diritti, #SOLOUNMINUTO nasce come etichetta che accompagna foto di quotidiana inciviltà: auto parcheggiate sulle discese di strisce pedonali, in sosta “abusiva” sugli stalli riservati, sui marciapiedi e in altre decine di modi – spesso fantasiosissimi – che bloccano, ostacolano, fermano chiunque non sia nel pieno possesso delle sue capacità fisiche. Non solo persone disabili, quindi, ma anche anziani, madri, padri e nonni con bambini nel passeggino.
«L’idea è nata quasi per caso – racconta Lorella – a maggio, mentre tornavo da un convegno sulle barriere architettoniche per geometri e tecnici, sono stata costretta a cambiare percorso per un’auto parcheggiata male, che intralciava il mio percorso, e di fronte alle mie rimostranze la guidatrice ha risposto che dovevo avere pazienza perché era scesa per una commissione veloce, “solo un minuto”, ha detto. Io però mi sentivo male, ero esasperata, ho fotografato l’auto e ho postato l’immagine su Facebook con l’hashtag #SOLOUNMINUTO, appunto».
Una campagna ormai virale che nasce da un episodio di vita e non studiata a tavolino, sebbene Lorella non sia nuova alle battaglie di civiltà e abbia competenze di social media communication [ … continua a leggere su tessere.org]