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È la percentuale degli italiani che, durante il periodo elettorale, segue temi di interesse sui social network. Secondo il rapporto dell’Eurobarometro, realizzato a settembre e pubblicato a novembre, solo il 34 per cento degli elettori italiani segue il dibattito politico sui social. Di questi, il 6 per cento partecipa attivamente, condividendo, commentando ed esprimendo il proprio parere, mentre il 28 per cento segue le discussioni, legge post e commenti, ma non partecipa.

Un dato abbastanza in linea con il resto della media europea, fatta eccezione per la tendenza che si registra in Svezia e Finlandia dove, invece, il 53 per cento degli elettori dichiara di seguire con interesse i dibattiti online. In Finlandia, in particolare il 44 per cento degli intervistati afferma di partecipare attivamente al dibattito social, mentre per la Svezia il numero scende al 40. Al limite opposto della classifica si trovano gli elettori di Cipro: il 75 per cento degli intervistati dichiara di non seguire i dibattiti sui social in periodo pre elettorale.

Andando più nel dettaglio si scopre che in Europa sono più portati a partecipare al dibattito sui social gli uomini (36 per cento contro il 28), e le persone che interagiscono di più sono più giovani (lo fa il 38 per cento delle persone tra i 18 e i 24 anni).

Stando a queste cifre, quindi, non sembra vero che le campagne elettorali, come spesso si sente dire, si fanno esclusivamente sui social. L’informazione tramite social media molto più probabilmente serve a rafforzare a accompagnare un messaggio che si diffonde anche attraverso gli strumenti tradizionali: dai manifesti ai comizi, dalle uscite a mezzo stampa alla presenza televisiva, passando per banchetti informativi, volantinaggio e “strette di mano”.

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